Non basta più la sensibilizzazione e la alfabetizzazione sulla specifica problematica di salute, ma i progetti territoriali vanno effettivamente realizzati nei territori e misurati nella capacità del cittadino di lavorare a braccetto con le istituzioni e per le istituzioni affinché tutti possano ugualmente usufruire dei benefici della medicina territoriale.
Dove deriva la mancanza di fiducia dei cittadini nelle istituzioni, e, peggio ancora, la mancanza di ottimismo nel sistema istituzionale?
Prendiamo ad esempio, il dimensionamento dei servizi territoriali, che ha il compito di riadattare i servizi di tutte le aree al cittadino, comprese le aree interne del Paese, spopolate ed abitate solo dagli anziani fruitori dei servizi sulle cronicità.
Secondo i dati del Rapporto PIT, 2020, già il trend pre Covid, sulla % di accesso alla medicina territoriale, dalle segnalazioni dei cittadini e dai rapporti di Cittadinanzattiva, si assestava intorno al 25% . Il dato è poi peggiorato con l’avvento della Pandemia Covid 19. Nelle aree interne, la situazione peggiorava perché il sottodimensionamento delle Asl e dei Comuni non era compatibile con la gestione dei reali bisogni della popolazione.
Come agevolare il processo di adattamento delle istituzioni e dei servizi ai bisogni della popolazione? In un contesto di scarsità di medici, infermieri?
L’adattamento della Asl ai reali bisogni della popolazione è una problematica urgente da risolvere per la realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) sempre più le Asl stanno gestendo il sottodimensionamento insieme ai comuni territorialmente afferenti, coinvolgendo i cittadini nei tavoli istituzionali prima di far partire gli ambulatori territoriali, le Case di Comunità che il PNRR ha deliberato.
Il valore di Competence Economy
La Competence Economy può essere definita come la capacità di un sistema economico di generare per tutti (e su base duratura) conoscenze (sapere) e competenze (saper essere-saper divenire- soft skills). |
Principio fondamentale è la necessità di una maggiore consapevolezza che non vi può essere innovazione tecnologica e in generale sviluppo di politiche economiche future senza la contemporanea crescita e valorizzazione delle persone all’interno di una comunità. Crescita e valorizzazione che si concretizzano sia attraverso la conoscenza sia attraverso comportamenti nella loro duplice funzione/significato: complesso del know how necessario e delle capacità di sviluppare dei comportamenti coerenti che aiutano ad essere consapevoli delle conseguenze delle azioni che decidiamo di agire, facilitano il raggiungimento dei nostri obiettivi, e, che, sommati alle conoscenze, danno maggiore valore alla persona, in termini economici e sociali. Fondamentali sono anche il valore della condivisione delle informazioni che circolano non più cristallizzate in forma gerarchica ma in uno scambio continuo. Un ”elemento fondamentale” di competence economy è la necessità di condividere in tempo reale progetti, esperienze, che producono conoscenze e competenze, attraverso, ad esempio, una piattaforma che metta in rete e produca una visione a 360° per ognuno dei partecipanti. La cultura di base è un fondamentale requisito per lo sviluppo sociale. D’altro canto, un importante prerequisito per una economia basata sulle competenze è l’allargamento della prospettiva dal raggiungimento dei propri obiettivi affrontando in ottica “interdisciplinare in azione” una programmazione coerente e finalizzata allo sviluppo sia della conoscenza (hard skills) sia della consapevolezza del valore dei comportamenti (soft skills). |
Riguardo la metodologia operativa sono state proposte varie strade: (a) l’intervento sulla formazione scolastica, insieme al Territorio, con un approccio formativo di tipo esperienziale basato sul dialogo intergenerazionale tra adolescenti ed adulti ( in quanto ex adolescenti). La formazione scolastica gioca un ruolo fondamentale nel diffondere l’alfabetizzazione anche emotiva. IL confronto tra generazioni aiuta molto anche la autoconsapevolezza emotiva e sociale; (b)l’intervento sulle Comunità, partendo dalla diagnosi di territorio che indentifichi i bisogni “attuali” di tutta la popolazione , programmando l’intervento sui bisogni reali, di tutta la popolazione, non solo di quella affetta da disagio bio/psico/sociale, e, valorizzando le risorse umane e le competenze esistenti nella Comunità; (c) l’intervento sui dirigenti della pubblica amministrazione, affinché sviluppino un approccio interdisciplinare ed una gestione di una rete consapevole |
L’innovazione nello sviluppo e realizzazione di Policy con al centro il valore della persona
L’idea portante è che una policy può essere realizzata anche fuori dall’ambito prettamente politico (es Parlamento) ed i Laboratori Politico Istituzionali, danno corpo a questa idea. Attraverso la messa a confronto di prospettive e visioni di tutte le parti interessate: dei politici, degli istituzionali e dei cittadini in un periodo di circa 4 mesi, dando a ciascuno dei partecipanti, anche la possibilità di essere potenziato sulla resilienza e sull’apertura al cambiamento, con sessioni di coaching individuale, si sviluppano nuove azioni, soluzioni che superano vincoli di sistema e mettono al centro il valore della persona e della Comunità di riferimento. |
I principali obiettivi del progetto City Competent sono: (a) facilitare la realizzazione di obiettivi interconnessi di interesse collettivo, con finalità civiche solidaristiche e di impatto economico, socio- sanitario;(b) supportare la formazione di “nuove comunità” per ristabilire forti legami sociali tra le persone, stakeholder del sistema; (c)sviluppare la consapevolezza del valore economico- sociale che la” conoscenza” ha per la propria Istituzione, per l’ambito di Comunità |