Pubblicato il 30/06/2023

Il potere dell’arte per il sociale è curativo per le comunità ed i territori perché restituisce il senso di scopo.

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Costruisce identità collettiva attorno a temi sociali, rinsaldando valori

L‘arte partecipata si avvale di un approccio al “fare arte” che coinvolge direttamente il pubblico nel processo creativo.

Al pubblico l’artista da il potere di divenire co-autore ed osservatore dell’opera stessa. Uno degli scopi dell’arte partecipativa è quello di costruire una identità collettiva attorno a temi sociali, valori da rinsaldare, luoghi da valorizzare.

In questo senso l’arte diventa uno strumento per promuovere percorsi di sviluppo di comunità per realizzare obiettivi interconnessi di utilità economica, sociale e sanitaria. L’arte utilizzata per il sociale favorisce appunto la partecipazione, la coesione ed il protagonismo di chi deve usufruire del bene comune (il cittadino stesso), che attraverso la sua esperienza integrata con le istituzioni restituisce un reale senso di scopo ai territori.

L'arte come allenamento a vivere i talenti interiori, in uno stato creativo, diventa nutrimento ed aiuta a gestire l’imprevisto

L’arte, in generale, ci aiuta vivere in uno stato creativo e di nutrimento quotidiano del proprio sé nel momento presente. Ci aiuta ad accogliere l’imprevedibile per noi e per gli altri. Nello stato creativo la persona puo essere quello che vuole, può uscire fuori dalla gabbia delle proprie regole, dei pregiudizi, dei pre concetti, dei valori appresi da piccolo, che non valgono più nella realtà in divenire.
L'’arte partecipativa allena i talenti interiori : pensieri, le emozioni sentite con il corpo, l’accettazione di sè e degli altri. Nel fare arte, attraverso l’esperienza “elaborata del momento”, si impreziosiscono le risorse interiori del cittadino, coinvolto nel cambiare le comunità, raggiungendo gli obiettivi di pubblica utilità.

City Competent crea spazi di incontri inclusivi in cui persone si confrontano con persone. Non ruoli con ruoli

L'arte partecipativa nei gruppi misti IPACS, formati da istituzionali che lavorano insieme ai cittadini, per raggiungere lo stesso obiettivo di comune di utilità, ha funzionato come motore di integrazione, creando spazi di incontri non competitivi ma inclusivi e collaborativi in cui persone si confrontano con persone e non ruoli con ruoli.

L'arte partecipativa per imparare a re-imparare, facilitando la realizzazione dell’obiettivo di interesse generale per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale
L’arte partecipativa inserita in un percorso evolutivo esperienziale come strumento destrutturante, aiuta ad imparare a re-imparare in tempi veloci. Nel percorsi IPACS ha dimostrato ridurre di circa 2 mesi ( dai 6 mesi di protocollo a 4 mesi) la realizzazione dell’obiettivo di sistema (es.modello organizzativo di transizione setting ospedale- territorio; modello digitale di presa in carico delle cronicità,..). Questo perchè lavorando sul pensiero creativo, aiutando le persone a mettere in rete le prospettive differenti, le culture e gli sguardi antropologici, in ottica multidisciplinare, aiuta e facilita il trovare soluzioni creative a vincoli di sistema, apparentemente insormontabili.
Le persone attraverso l’esperienza dell’arte partecipata sono più disponibili a superare barriere personali, quali regole depotenzianti, valori bloccanti, pensieri, pregiudizi e credenze autolimitanti.
La differenza tra arte partecipata ed arte partecipativa. Un mentoring per costruire comunità
Secondo Art Tribune la differenza tra arte partecipata ed arte partecipativa è che nel secondo caso l’artista da luogo ad un’opera completamente interattiva, in cui, il promotore del progetto “rinuncia” completamente alla sua visibilità di autore, rimanendo praticamente invisibile dietro l’organizzazione che ha fondato ed alla quale ha dedicato tempo ed energia.
Non è anche questo un consiglio per costruire bene comune e comunità?

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