Pubblicato il 02/08/2023

Come rendere i servizi della medicina territoriale aderenti ai bisogni dei cittadini?

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L’OCSE lo dice chiaramente nel report del 2019 sull’outlook sulle SKILLS, la popolazione italiana non possiede le competenze di base necessarie per prosperare in un mondo digitale:  solo il 21% della popolazione tra i 16 ed i 65 anni ha un livello soddisfacente di alfabetizzazione digitale e solo un 35% è in grado di utilizzare internet in modo diversificato.

Questo è il retaggio di un sistema educativo tradizionale che non è strutturato per sviluppare modalità di apprendimento evolute.

Tra gli impatti della analfabetizzazione digitale, pensiamo alla Medicina del Territorio, ad esempio. La digitalizzazione oggi riguarda un insieme sempre più ampio di servizi pubblici, comprese alcune prestazioni sanitarie (telemedicina).

Purtroppo si rischia di escludere i cittadini poco avvezzi all’utilizzo di tecnologie, invece essere la soluzione all’erogazione di prestazioni in modo più veloce e a distanza.

Gli anziani in Italia con scarse capacità cognitive e digitali sono il 32% rispetto alla media OCSE del 17,1 %.

Far crescere insieme i professionisti coinvolti nella digitalizzazione della medicina territoriale e i cittadini che devono usufruirne può essere un modo per garantire che l’innovazione tecnologica venga messa al servizio dei cittadini ”realmente”.

Il valore di Competence Economy

La Competence Economy può essere definita come la capacità di un sistema economico di generare per tutti (e su base duratura) conoscenze (sapere) e competenze (saper essere-saper divenire- soft skills).
      Principio fondamentale è la necessità di una maggiore consapevolezza che non vi può essere innovazione tecnologica e in generale sviluppo di politiche economiche future senza la contemporanea crescita e valorizzazione delle persone all’interno di una comunità. Crescita e valorizzazione che si concretizzano sia attraverso la conoscenza sia attraverso comportamenti nella loro duplice funzione/significato: complesso del know how necessario e delle capacità di sviluppare dei comportamenti coerenti che aiutano ad essere consapevoli delle conseguenze delle azioni che decidiamo di agire, facilitano il raggiungimento dei nostri obiettivi, e, che, sommati alle conoscenze, danno maggiore valore alla persona, in termini economici e sociali. Fondamentali sono anche il valore della condivisione delle informazioni che circolano non più cristallizzate in forma gerarchica ma in uno scambio continuo. Un” elemento fondamentale” di competence economy è la necessità di condividere in tempo reale progetti, esperienze, che producono conoscenze e competenze, attraverso, ad esempio, una piattaforma che metta in rete e produca una visione a 360° per ognuno dei partecipanti. La cultura di base è un fondamentale requisito per lo sviluppo sociale. D’altro canto, un importante prerequisito per una economia basata sulle competenze è l’allargamento della prospettiva dal raggiungimento dei propri obiettivi affrontando in ottica “interdisciplinare in azione” una programmazione coerente e finalizzata allo sviluppo sia della conoscenza (hard skills) sia della consapevolezza del valore dei comportamenti (soft skills).
 Riguardo la metodologia operativa sono state proposte varie strade: (a) l’intervento sulla formazione scolastica, insieme al Territorio, con un approccio formativo di tipo esperienziale basato sul dialogo intergenerazionale tra adolescenti ed adulti ( in quanto ex adolescenti). La formazione scolastica gioca un ruolo fondamentale nel diffondere l’alfabetizzazione anche emotiva. IL confronto tra generazioni aiuta molto anche la autoconsapevolezza emotiva e sociale; (b)l’intervento sulle Comunità, partendo dalla diagnosi di territorio che indentifichi i bisogni “attuali” di tutta la popolazione , programmando l’intervento sui bisogni reali, di tutta la popolazione, non solo di quella affetta da disagio bio/psico/sociale, e,  valorizzando le risorse umane e le competenze esistenti nella Comunità; (c) l’intervento sui dirigenti della pubblica amministrazione, affinchè sviluppino un approccio interdisciplinare ed una gestione di una rete consapevole

L’innovazione nello sviluppo e realizzazione di  Policy con al centro il valore della persona

L’idea portante è che una policy può essere realizzata anche fuori dall’ambito prettamente politico (es Parlamento) ed i Laboratori Politico Istituzionali, danno corpo a questa idea. Attraverso la messa a confronto di prospettive e visioni di tutte le parti interessate: dei politici, degli istituzionali e dei cittadini in un periodo di circa 4 mesi, dando a ciascuno dei partecipanti, anche la possibilità di essere potenziato sulla resilienza e sull’apertura al cambiamento, con sessioni di coaching individuale, si sviluppano nuove azioni, soluzioni che superano vincoli di sistema e mettono al centro il valore della persona e della Comunità di riferimento.
I principali obiettivi del progetto City Competent sono: (a) facilitare la realizzazione di obiettivi interconnessi di interesse collettivo, con finalità civiche solidaristiche e di impatto economico, socio- sanitario;(b) supportare la formazione di “nuove comunità” per ristabilire forti legami sociali tra le persone, stakeholder del sistema; (c)sviluppare la consapevolezza del valore economico- sociale che la” conoscenza” ha per la propria Istituzione, per l’ambito di Comunità

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